Il commento alla Parashà l'ho scritto qui:
Shabbat Shalom, RYL
[HEB - da Sefaria.org]
11 כִּ֚י הַמִּצְוָ֣ה הַזֹּ֔את אֲשֶׁ֛ר אָנֹכִ֥י מְצַוְּךָ֖ הַיּ֑וֹם לֹֽא־נִפְלֵ֥את הִוא֙ מִמְּךָ֔ וְלֹ֥א רְחֹקָ֖ה הִֽוא׃12 לֹ֥א בַשָּׁמַ֖יִם הִ֑וא לֵאמֹ֗ר מִ֣י יַעֲלֶה־לָּ֤נוּ הַשָּׁמַ֙יְמָה֙ וְיִקָּחֶ֣הָ לָּ֔נוּ וְיַשְׁמִעֵ֥נוּ אֹתָ֖הּ וְנַעֲשֶֽׂנָּה׃13 וְלֹֽא־מֵעֵ֥בֶר לַיָּ֖ם הִ֑וא לֵאמֹ֗ר מִ֣י יַעֲבָר־לָ֜נוּ אֶל־עֵ֤בֶר הַיָּם֙ וְיִקָּחֶ֣הָ לָּ֔נוּ וְיַשְׁמִעֵ֥נוּ אֹתָ֖הּ וְנַעֲשֶֽׂנָּה׃14 וְלֹֽא־מֵעֵ֥בֶר לַיָּ֖ם הִ֑וא לֵאמֹ֗ר מִ֣י יַעֲבָר־לָ֜נוּ אֶל־עֵ֤בֶר הַיָּם֙ וְיִקָּחֶ֣הָ לָּ֔נוּ וְיַשְׁמִעֵ֥נוּ אֹתָ֖הּ וְנַעֲשֶֽׂנָּה׃
[ENG - dalla versione del 1917 della Jewish Publication Society, come riportata nel sito Mechon Mamre]
11 For this commandment which I command thee this day, it is not too hard for thee, neither is it far off.12 It is not in heaven, that thou shouldest say: 'Who shall go up for us to heaven, and bring it unto us, and make us to hear it, that we may do it?'13 Neither is it beyond the sea, that thou shouldest say: 'Who shall go over the sea for us, and bring it unto us, and make us to hear it, that we may do it?'14 But the word is very nigh unto thee, in thy mouth, and in thy heart, that thou mayest do it.
[ITA - tratta da "La Nuova Riveduta" come riportata ne LaParola - non appena possibile verrà sostituita con la traduzione di rav Dario Di Segni z. l.]
11 Questo comandamento che oggi ti do, non è troppo difficile per te, né troppo lontano da te.12 Non è nel cielo, perché tu dica: "Chi salirà per noi nel cielo e ce lo porterà e ce lo farà udire perché lo mettiamo in pratica?".13 Non è di là dal mare, perché tu dica: "Chi passerà per noi di là dal mare e ce lo porterà e ce lo farà udire perché lo mettiamo in pratica?".14 Invece, questa parola è molto vicina a te; è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica.
Perché [il forno di] 'Aknai? [1] — rav Judah disse a nome di Samuel: [Significa] che lo circondarono di argomenti [2] come un serpente, e lo dimostrarono impuro. È stato insegnato: Quel giorno rav Eliezer propose ogni argomento immaginabile [3], ma non li accettarono. Disse loro: 'Se l'halachah concorda con me, sia questo carrubo a provarlo!' Al che il carrubo si spezzò da solo e si portò a cento cubiti da dove stava - altri dicono, a quattrocento cubiti. 'Un carrubo non può provare nulla', ribatterono. Disse ancora loro: 'Se l'halachah concorda con me, lo provi questo corso d'acqua!' Al che il corso d'acqua si mise a scorrere a ritroso — 'Un corso d'acqua non può provare nulla', replicarono. Disse ancora: 'Se l'halachah concorda con me, lo provino i muri di questa scuola', al che i muri cominciarono ad inclinarsi, e stavano per crollare. Ma rav Joshua li rimproverò dicendo: 'Quando dei dotti sono impegnati in una disputa halachica, che avete da impicciarvi?' Perciò non crollarono, per rispetto a rav Joshua, né si raddrizzarono, per rispetto a rav Eliezer - e sono tuttora così inclinati. Ancora disse loro: 'Se l'halachah concorda con me, lo provi il Cielo!' Al che una Voce Celeste esclamò: 'Perché mai discutete con rav Eliezer, visto che in ogni questione l'halachah concorda con lui?' Ma rav Joshua si alzò ed esclamò: 'Non è in cielo!' [4] Che intendeva dire? — Disse rav Jeremiah: "Che la Torah ci era già stata data sul Monte Sinai; [perciò] non diamo retta ad una Voce Celeste, dacché Tu hai da un bel pezzo scritto nella Torah sul Monte Sinai, 'La maggioranza deve uno seguire' [5]".
Rav Nathan incontrò [il profeta] Elia [6] e gli chiese: "Che fece il Santo, Benedetto Egli Sia, in quel momento?" [Elia] rispose: "Rise [di gioia] dicendo: 'I Miei figli mi hanno vinto, i Miei figli mi hanno vinto!'
Note:
1. Qui si parla di un forno che, anziché essere fatto in un pezzo unico, era fatto unendo diverse parti con uno strato di sabbia tra l'una e l'altra. Rav Eliezer sostiene che, dacché ogni parte in sé non è un utensile, la sabbia tra l'una e l'altra impedisce di ritenere l'intera costruzione un unico utensile, e perciò non è suscettibile di diventare impuro. I Saggi però sostengono che il rivestimento esterno di malta o cemento unifica il tutto, rendendolo passibile di diventare impuro. (Questa è la spiegazione data da Maimonide alla Mishnah, Ordine Tohorot, Trattato Kelim, Capitolo 5, Paragrafo 10. Rashi, ad locum, adotta un diverso ragionamento). 'Aknai è un nome proprio, forse il nome di un mastro, ma vuol dire anche 'serpente', significato che il Talmud si mette a discutere.
2. Lett., 'parole'.
3. Lett., 'tutti gli argomenti del mondo'.
4. Deut. XXX, 12.
5. Ex. XXIII, 2 [che, a dire il vero, dice l'opposto - NdRYL]; sebbene la storia sia raccontata in forma di leggenda, questa è una rimarchevole affermazione dell'indipendenza del ragionamento umano.
Con questo spirito gli ebrei religiosi interpretano la Torà - a maggior ragione noi che siamo laici.6. Si riteneva che [il profeta] Elia, che non era mai morto, spesso apparisse ai rabbini.
Rav Judah disse, a nome di Rav: "Quando Mosé salì al cielo, trovò Dio Benedetto, che stava apponendo delle coroncine alle lettere [5]. Mosé disse: 'Signore dell'Universo, che cosa occupa la Tua mano?' [6] Egli rispose: 'Tra molte generazioni nascerà un uomo, di nome Akiba ben Joseph, che da ogni trattino dedurrà cataste e cataste di leggi'. 'Signore dell'Universo', disse Mosé, 'Permettimi di vederlo'. Egli rispose: 'Voltati'. Mosé andò e si sedette dopo l'ottava fila [7] [ed ascoltò i discorsi sulla legge]. Non potendo seguire le loro argomentazioni, si sentiva a disagio, ma quando giunsero ad un certo argomento e gli allievi dissero al maestro: 'Da cosa lo sai?', e quest'ultimo rispose: 'È una norma data a Mosè sul Sinai', lui ne fu sollevato.
Note:
[5] Sono i "taggin", gli ornamenti aggiunti ad alcune lettere dell'alfabeto quando viene scritto un rotolo della Torah.
[6] Cioè: "Manca qualcosa forse nella Torah, che esige queste aggiunte?"
[7] degli alunni di rav Akiva.