Dopo aver letto e tradotto (a beneficio degli amici cattolici) l'articolo [2], ho incontrato l'articolo [1], che mi ha affascinato anche se mi sento lontano dal chasidismo, e per il profitto e l'edificazione di tutti lo traduco.
Abbiamo sentito abbastanza Rabbini sul matrimonio gay, ora ci serve un Rebbe.
Ysoscher Katz - 6 Luglio 2015
La conversazione degli ebrei ortodossi sulla decisione della Corte Suprema sul matrimonio gay mi ricorda perché sono "Modern Chassidish = Chassid Moderno" e non "Modern Orthodox = Ortodosso Moderno".
Ci sono molte differenze tra questi due filoni, ma quella fonamentale è questa: le loro opinioni sono molto diverse sul ruolo dell'Halacha (legge ebraica) nella vita religiosa. L'ebreo ortodosso moderno fa esperienza del mondo solo attraverso il prisma dell'Halacha, mentre la visione del chasid moderno è più ampia e comprensiva. L'Halacha è quello che dà forma ed ispirazione all'osservatore ortodosso moderno. È inoltre il barometro esclusivo che egli od ella usa per determinare la validità della vita di qualcuno e la legittimità delle sue scelte. D'altro canto, per il chasid moderno, l'Halacha è solo una cornice, un modo di vivere che crea un'infrastruttura in cui la religiosità individuale cresce e fiorisce. La competenza del chasid va molto oltre l'osservanza dei comandamenti. Lui permette ad un più vario mix di considerazioni teologiche di informare le sue prese di posizione religiose ed il suo atteggiamento verso gli altri.
Finora, la reazione della leadership ortodossa alla decisione della Corte Suprema è stata esclusivamente, strettamente halakhista (legalistica) - proprio sulla falsariga di come avrebbe reagito il Gaon di Vilna. La risposta dei rebbe chasidici che seguono il Ba'al Shem Tov sarebbe stata assai diversa, nel tono e nel contenuto. Questa è la voce di cui tanto si sente la mancanza nella nostra comunità. Mentre noi abbiamo la benedizione di un'abbondanza di rabbini che opinano sulla decisione e sulle sue conseguenze, abbiamo disperato bisogno della voce di un rebbe. La situazione delle persone gay presenta una seria sfida al credente ortodosso. Il rabbino ed il rebbe hanno dei ruoli clericali assai da interpretare in questo enigma religioso. Il ruolo del rabbino è di giudicare, quello del rebbe di fornire cura pastorale. Il rabbino, guidato dal Talmud e dai codici, opina ed aggiudica, mentre il rebbe, il cui pensiero halachico è aumentato da un'orientamento spiritualista, scansa i giudizi per concentrarsi sulla cura spirituale.
Mentre il teologo chasidico attinge a molte fonti tradizionali, ce ne sono due che si evidenziano come particolarmente potenti. Una è una lezione piena di intuizioni insegnata nel Talmud dalla moglie di Rav Meir. Proponendo un'approccio sfumato verso il peccato, lei ammonì il marito, che per errore confondeva il peccato con il peccatore. La sua comprensione del compito pastorale fu che il devoto può separare la persona dal suo comportamento, andando oltre i suoi misfatti passati per vedere l'umanità intrinseca in ogni essere umano. Su queste linee c'è una frase talmudica che loda il criminale che chiede l'aiuto divino prima di commettere un crimine. Quest'insegnamento provocatorio ci impone di capire che ci possono essere significati spirituali anche nei momenti in cui la vita di un individuo non è in consonanza con i precetti religiosi dell'Halacha.
Mentre gli halachisti esplorano le minuzie della legge ebraica per vedere se l'ortodossia può dare spazio alle persone gay al loro interno, i rebbe hanno un diverso ruolo da giocare. I rebbe hanno bisogno di essere gli accompagnatori spirituali di queste persone, che camminano insieme con loro nell'arduo viaggio di riconciliare la loro convinzione religiosa con la loro predisposizione sessuale intrinseca, aiutandoli a santificare questo viaggio tortuoso nel processo. C'è una storia che mi piace su Rav Levi Yitzchak di Berdichtov. Mentre camminava un giorno per la strada, un giorno notò un seguace dire le sue preghiere quotidiane mentre stava oliando le ruote del suo carro. Invece di reagire con indignazione. egli mise da parte il suo disagio legalistico, si volse al cielo, e disse: "Dio, guarda il tuo meraviglioso popolo! Gli piace tanto pregare che anche quando stanno oliando le ruote si volgono comunque a te per pregare e supplicarti". Da chasid, egli consentì alla sua sensibilità pastorale di prevalere sulla sua sensibilità giuridica. Invece di sgridare il chasid per la sua mancanza legalistica, scelse di santificare proprio quel peccato, pensando che un simile posizione avrebbe portato ad una superiore crescita spirituale.
La voce legaistica ha dominato la sfera pubblica ortodossa - ma i nostri fratelli e sorelle gay meritano di avere l'asprezza della certezza morale smussata dalla tenerezza della cura pastorale spiritualmente infusa. La storia determinerà che meta prenderà il viaggio dell'omosessualità nell'ortodossia. Il ruolo del chasid moderno è di garantire che questo viaggio, che si spera porti le persona ad una maggiore osservanza religiosa, sia il più sacro possibile. Spero che l'importante voce del rebbe si aggiunga presto alla cacofonia di voci religiose su questo problema. I nostri fratelli gay la meritano e ne hanno disperato bisogno. Per quanto mi riguarda, non vedo l'ora di essere parte di questa squadra. Anche se mi piace studiare e praticare l'Halacha, io lascio il legalismo di questa questione particolare ai miei colleghi rabbini che ci guadagnano da vivere. La mia anima chasidica moderna mi porta verso un'altra direzione, dacché gravita più verso il punto di vista pastorale di questo complesso problema. Qui è dove incontro la divinità inclusa in ogni essere umano, indipendentemente dalle azioni, dal credo o dall'orientamento sessuale.
Ysoscher Katz è il presidente del Dipartimento di Talmud alla Scuola Rabbinica della Yeshivat Chovevei Torah, ed il Direttore del Lindenbaum Center For Halakhic Studies.
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